RSA, serve un protocollo per la riapertura delle visite

28 Apr, 2021 | Servizi

Come recentemente chiesto da UNEBA, ma anche da ospiti, famigliari e operatori, anche noi crediamo che per le RSA serva un protocollo per la riapertura delle visite. Lo scorso lunedì 26 aprile, il tema è stato oggetto anche di un approfondimento dedicato dal quotidiano La Repubblica.

Per prima cosa crediamo sia importante dire che, all’interno delle Strutture, nessuno ha dimenticato nessuno. La situazione è stata critica, certo, ma ora si tratta di lavorare insieme per trovare nuove modalità affinché i legami e le relazioni possano trovare spazio al di là delle videochiamate. Come ben rappresentato da UNEBA, la richiesta a Governo e Regioni è che vengano approvate al più presto regole e protocolli chiari che permettano di riprendere le visite in sicurezza. Lo stesso appello, peraltro, giunge anche dalla presidenza di ANASTE, altra associazione di categoria. Su questo fronte non possiamo che salutare con positività le parole dell’Assessore Moratti che propone l’utilizzo dei certificati verdi COVID (recentemente approvati dal Governo) come standard per la concessione delle visite, ma questa proposta riceverà il plauso delle strutture solo quando sarà tradotta in direttive chiare ed esplicite.

Un vaccino contro la solitudine

Già dallo scorso gennaio, i gestori avevano chiesto al Governo – sempre per il tramite della rappresentanza di UNEBA – di inserire nel Piano Vaccinale la possibilità di concedere il siero anti COVID anche ad un famigliare per ogni anziano o persona con disabilità ricoverato presso una struttura di lungo degenza. Una richiesta che andava proprio nella direzione di assicurare alti standard di sicurezza alla ripresa delle relazioni che, come sappiamo, impattano in modo diretto sulla qualità della vita, sia di chi è ricoverato e sia di chi è a casa.

“Oltretutto adesso ci sono condizioni particolarmente propizie per riaprire le visite con le modalità più sicure: non solo perché con la bella stagione è più facile organizzare incontri all’aperto, ma soprattutto perché nelle nostre strutture la quasi totalità delle persone accolte e dei dipendenti è vaccinata: sono luoghi più sicuri di tanti altri. I nostri paesi e città, invece, sono ancora, dolorosamente, ben lontani dalla sicurezza” si legge ancora nel comunicato stampa di UNEBA. 

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