Osteoporosi: cos’è, come riconoscerla e come prevenirla

8 Set, 2021 | Notizie

Con la parola osteoporosi si intende una condizione in cui lo scheletro è soggetto a perdita di massa ossea e resistenza. Questa patologia è causata da fattori nutrizionali, metabolici o patologici derivanti da altre condizioni. La prima conseguenza è che lo scheletro diventa soggetto ad un maggiore rischio di fratture patologiche, causate dalla diminuzione di densità ossea e dalle modificazioni della microarchitettura delle ossa stesse.

L’osteoporosi, se non adeguatamente trattata, predispone allo sviluppo di fratture patologiche (con una conseguente diminuzione della qualità e della speranza di vita) e di complicanze dovute alle fratture.

Classificazione dell’Osteoporosi

L’osteoporosi si suddivide in primaria e secondaria, ovvero conseguita per evento correlato.

La forma primaria costituisce la quasi esclusività delle forme (95% dei casi), che si suddividono in:

  • osteoporosi idiopatica (la forma più rara di tutte, la cui causa non è chiara)
  • osteoporosi di tipo I o post-menopausale (dovuta alla caduta della produzione ormonale)
  • osteoporosi di tipo Il o senile (dovuta a varie cause, tra cui immobilizzazione, ridotto apporto di somatotropina, testosterone, calcio, magnesio, vitamina D, vitamina K e altri importanti micronutrienti, ridotta funzione dell’enzima la-idrossilasi che produce l’ormone attivo della vitamina D (il calcitrolo).

La forma primaria con i suoi sottotipi si manifesta principalmente nell’osso trabecolare, che è soggetto al maggior numero di fratture. Tra le ossa di tipo trabecolare ci sono ad esempio le costole, le vertebre della colonna spinale, la mascella e il polso.

Le osteoporosi secondarie sono un gruppo ricco di varianti, ma costituiscono solo il 5% delle osteoporosi. Le principali sono classificabili come causate da:

  • utilizzo di farmaci osteopenizzanti, antiepilettici, eparine, anticoagulanti orali, diuretici dell’ansa
  • basso peso corporeo;
  • immobilizzazione protratta;
  • sindrome di Cushing;
  • ipercalciuria;
  • artrite reumatoide;
  • celiachia;
  • ridotto assorbimento intestinale di nutrienti e vitamina D;
  • morbo di Crohn;
  • neoplasie maligne.

Le cause e i fattori di rischio dell’Osteoporosi

La causa principale risiede nella perdita dell’equilibrio fra osteoblasti e osteoclasti. La prima categoria di cellule contribuisce alla formazione ossea, la seconda contribuisce al riassorbimento osseo. Se gli osteoclasti lavorano più velocemente degli osteoblasti, l’osso si deteriora. Nella menopausa ad esempio (Osteoporosi di Tipo I) si riscontra una maggiore produzione di osteoclasti, causata dalla perdita di estrogeni, che porta ad un eventuale innalzamento delle citochine, correlato alla produzione di osteoclasti. Nell’Osteoporosi di Tipo II con l’avanzare dell’età diminuisce l’attività degli osteoblasti.

I fattori di rischio non modificabili dell’Osteoporosi

  • Età;
  • Fattori genetici e/o malattie ereditarie;
  • Presenza di particolari patologie come, ad esempio, cirrosi epatica o artrite reumatoide

I fattori di rischio modificabili dell’Osteoporosi

  • Dieta carente di nutritivi essenziali;
  • Basso peso corporeo;
  • Abuso di alcool;
  • Fumo di sigaretta;
  • Algodistrofia;
  • Anoressia nervosa;
  • Inattività fisica;
  • lpercalciuria (pH urina basso, acido);
  • lpogonadismo;
  • lperomocisteinemia;
  • Neoplasie al midollo osseo;
  • lpogonadismo;
  • Condizione protratta del corpo in micro-gravità.

 

Segni e sintomi dell’Osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia difficile da riconoscere: il più delle volte non dà nessun segno di sè. Per questo è stata definita il “ladro silenzioso”, perché ruba per anni, senza farsene accorgere, il calcio del nostro osso. Solo in alcuni casi, l’osteoporosi può accompagnarsi a dolore osseo, che però spesso si confonde e si associa con i dolori determinati da un’altra malattiamolto frequente negli anziani, l’artrosi.

Nell’artrosi, il dolore tende a farsi riconoscere quando compare dopo un periodo di inattività, come ad esempio la mattina quando ci si alza dal letto. Tende a ridursi o a scomparire con la ripresa del movimento. Il dolore dell’osteoporosi, invece, è un dolore o senso di pesantezza alla schiena (in genere nella regione lombare) che compare dopo che si è stati a lungo in piedi, e scompare rapidamente sdraiandosi.

La diagnosi di Osteoporosi

Per giungere ad una corretta diagnosi dell’osteoporosi sono importanti 5 punti:

  • anamnesi del paziente (storia clinica) e della famiglia (positività per fratture);
  • esame obiettivo del paziente;
  • Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC);
  • esami ematochimici con i parametri del metabolismo tiroideo, epatico, renale, surrenale, ipofisario e osseo; esami radiologici per riscontrare eventuali fratture (radiografie, TC o RMN).

 

Quando fare la MOC?

In generale è opportuno sottoporsi ad una Minarolemetria Ossea Compiuterizzata (MOC) quando:

  • si presenta una carenza estrogenica;
  • dopo terapie prolungate con cortisonici sistemici;
  • l’anamnesi familiare materna è positiva per fratture del femore;
  • in presenza di fratture di Colles, oppure fratture vertebrali prima del raggiungimento dei 75 anni ipodensità ossea e/o calcificazione anomala;
  • marcata scoliosi dorso-lombare;
  • eccessiva magrezza;
  • presenza patologie associate a osteoporosi;
  • riduzione della statura superiore ai 6 cm;
  • età superiore ai 65 anni (nelle donne);
  • riscontri radiologici di osteoporosi o di cedimenti a livello vertebrale, ecc.

 

Diagnosi dell’Osteoporosi attraverso gli esami di laboratorio

In generale, possiamo dire che tutti i parametri biochimici e bioumorali sono utili più che altro per verificare il trattamento farmacologico più appropriato, la responsività di un farmaco o per differenziare un’osteoporosi ad alto turn-over da una a basso turn-over; comunque è necessario che tutti i pazienti osteoporotici eseguano le analisi di base e del metabolismo calcio-fosforo.

 

Gli esami ematochimici di base

  • calcemia;
  • fosfatemia;
  • livello di paratormone intatto (PTH);
  • cortisolo;
  • testosterone libero;
  • somatotropina;
  • 25-0H-vitamina D3;
  • calciuria e fosfaturia delle 24 ore;
  • fosfatasi alcalina ossea;
  • elettroforesi siero-proteica.

 

Esami specifici

Marcatori di riassorbimento osseo:

  • Fosfatasi acida;
  • Ldrossiprolina;
  • Piridinolina;
  • Deossipiridinolina urinaria Telopeptide N-terminale del collagene Telopeptide e-terminale del collagene I.

 

Marcatori di formazione ossea

  • Fosfatasi alcalina;
  • Fosfatasi alcalina ossea;
  • Osteocalcina;
  • Propeptide e-terminale del procollagene tipo I Propeptide N-terminale del procollagene tipo I.
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