La storia di Ciccio d’Eccesso e Serena Frugale

25 Giu, 2020 | Notizie

Si conoscono sin da bambini, le famiglie facevano le vacanze assieme. Ma erano diversi per carattere e predilezioni, Lei tranquilla, non amava la competizione, faceva lunghe passeggiate, ma senza correre o volere arrivare prima. Lui voleva sempre primeggiare, durante le passeggiate non guardava il panorama: il suo vero scopo era arrivare per primoal rifugio; quando nei giochi da tavolo, per sfortuna, non vinceva piantava delle grane imbarazzanti.

Crescendo, malgrado le differenze, o forse proprio per questo, si piacquero e alla fine si sposarono. Lui si buttò a corpo mortoa far carriera nella multinazionale dove era stato assunto dopo la laurea alla Bocconi; lei, insegnante di lettere alle medie,cercava di gestire con prudenza e autorevolezza le esuberanze degli allievi, evitava se possibile gli scontri nel collegio deidocenti, e cercava sempre di riservare tempo ai due figli che nel frattempo erano arrivati.

Un matrimonio “perfetto” che tuttavia nelle piccole cose cominciò a far riemergere le differenze già evidenti nell’ infanzia.

Lui tornava a casa ad ore impossibili, spesso era in viaggio per delle “convention” internazionali: l’impulso era sempre quellodi primeggiare ad ogni costo, ma la corsa era stata sostituita dalla carriera.

Non faceva più neanche un passo, non prendeva i mezzi pubblici, perché, attaccato al  suo viva voce in macchina, cominciava adare ordini alla segretaria e a redarguire il neoassunto precario che naturalmente doveva arrivare in ufficio un’ ora prima dilui; e la competizione iniziava al primo semaforo col malcapitato che di fianco a lui veniva vissuto come l’avversario per laconquista della pole position. Naturalmente lo stress e gli impegni lo portavano a mangiare disordinatamente con rapidispuntini da fast food, compensati alla sera tardi da mangiate pantagrueliche che poi gli restavano sullo stomaco perchè,stremato, si cacciava subito a letto.

Quando Serena, facendosi forte della sua cultura classica, gli ricordava con pazienza che i latini lodavano l’ “aureamediocritas”, che forse era il caso di rallentare, perché la situazione economica della famiglia era buona e forse si potevagodere un po’ di più la vita e la famiglia, lui reagiva irritato accusandola di non capire che lui lo faceva proprio per Lei e per ilfuturo della famiglia, che nel mondo d’oggi lo stress è una necessità, e che lo stress naturalmente lo portava a mangiare disordinatamente, che qualche sigaretta al giorno lo calmava, e infine che non aveva tempo per fare quell’attività fisica che anche lui avrebbe molto amato fare.

“Senti Ciccio, diceva Serena; ormai hai 45 anni che ne diresti di farti dare un’occhiata dal dottore e fare qualche controllino delsangue se lui te lo consiglia?”

“Non ho tempo da perdere, mi sento benissimo – rispondeva quasi irritato Ciccio – al massimo mi troverà la pressione un po’alta, mi dirà che sono sovrappeso, mi obbligherà a smettere di fumare, e certo il colesterolo sarà un po’ altino, ma cosa vuoi chesia, basterà prendere uno di quegli yogurt che reclamizzano alla televisione”.

Serena per parte sua era diventata adulta continuando con lo stile che le era proprio sin da piccola: se il meteo lo consentiva si muoveva solo in bicicletta (col casco), a tavola la dieta mediterranea era il suo credo e le dosi erano quelle che le consentivano di pesare 50 Kg per 160 cm d’ altezza, sporadicamente faceva qualche visita dal suo dottore, che le trovava 120/80 dipressione e i suoi esami del sangue erano tutti invidiabili.

Comunque, per far contenta Serena il buon Ciccio, che in fondo sapeva bene che la moglie aveva ragione e ammirava (segretamente) Serena per il suo equilibrio, si decise ad andare dal dottore e fare gli esami.

“Caro signor d’Eccesso mi fa piacere conoscerla di persona – disse affabile il dottore – finora avevo di lei solo un’idea immaginaria in base a quanto mi diceva sua moglie, lei era per me come un ologramma come quelli di “guerre stellari”. Ma devo confessarle che la realtà corrisponde ali’ immagine virtuale: 95 Kg per 175cm di altezza, circonferenza addominale di 112. Pressione 145/90. La visita non mette in evidenza niente di anormale, salvo l’eccesso di peso, una lieve accelerazione del battito cardiaco (90 battiti al minuto) e la lieve ipertensione. Naturalmente deve assolutamente smettere di fumare, e poi vediamo gli esami di routine.”

Ciccio esce dalla visita rinfrancato e pensa “in fondo avevo ragione io, era Serena che la metteva giù dura, adesso cerco di mangiare un po’ meno, di ridurre i ritmi di lavoro e per il fumo vedremo… potrei passare alla sigaretta elettronica.

Lo stesso ragionamento un po’ auto assolutorio Ciccio lo fa dopo 15 gg quando apre la busta con l’esito degli esami. Emocromo normale Glicemia 105; Colesterolo totale 245; HDL 38; Trigliceridi 200, per il resto funzione renale, funzioneepatica, acido urico, elettroliti e tiroide normali.

“Avevo ragione io, niente di drammatico; in fondo basterà mangiare un po’ meno e gli zuccheri e i grassi del sanguetorneranno normali. In fondo qualche sigaretta me la posso concedere.

Questa storia racconta di una famiglia di laureati solo perché è la fotografia fedele di una coppia di miei amici, ma non si deve pensare che la situazione sia diversa per l’ artigiano assillato dai tempi di consegna e dai pagamenti che non arrivano mai, con la moglie casalinga che cura la suocera invalida, oppure per il commerciante in crisi perché ‘non si vende più come una volta’, che tiene aperto il negozio anche la domenica sperando che la grande distribuzione non assorba tutta la clientela.

La storia che l’infarto sia la malattia dei manager è una leggenda metropolitana, assolutamente falsa: vi sono dati epidemiologici certi che indicano il contrario. L’ infarto è più probabile nelle classi sociali meno abbienti.

Come finirà la storia? Nessuno lo può dire per cui lascio a chi legge la scelta fra diversi possibili scenari, proprio come faceva Gianni Rodari in un suo famoso libro per bambini “Tante storie per giocare”. Qui non si gioca: l’obiettivo e quello di rendere consapevole e partecipe ogni lettore su importanti scelte per la sua  salute

Scenario 1: E vissero felici e contenti”, ovvero la strada giusta, ma impegnativa

Ciccio ci ripensa, “forse è proprio il caso che mi dia una regolata”. Lavora sempre sodo ma con ritmi meno assillanti, accetta senza discutere la dieta mediterranea e le dosi francescane che Serena gli mette in tavola, beve solo un buon bicchiere di rosso al pasto, trova il tempo per fare quotidianamente una camminatina o una pedalata alla cyclette – se fuori piove –, smette di fumare anche se gli costa una fatica tremenda. Lentamente il peso cala, anche se qualche chiletto sopra il peso ideale gli rimaneaddosso. La pressione è tornata entro i livelli di normalità. Controlla gli esami di routine e il miglioramento è evidenteanche se la perfezione è ancora lontana…

Facile a dirsi ma difficile a farsi!

Scenario 2: ” Big Pharma”, ovvero il fascino della pillola magica 

Ciccio minimizza, ma in realtà è un po’ preoccupato. Con onestà si dice “non credo di farcela a cambiare il mio stile di vita, ma forse la scappatoia è a portata di mano”: ormai ci sono a disposizione dei farmaci molto buoni che abbassano la pressione e il colesterolo e poi c’è l’aspirina che tiene sciolto il sangue. È molto più facile prendere tre pillole piuttosto che tentare invano difare l’asceta. Si dimentica, o forse involontariamente rimuove, il fatto che nessun farmaco è privo di effetti collaterali e che se ilrischio di infarto non è significativamente elevato gli eventi avversi prodotti dai farmaci possono essere superiore al potenziale beneficio. Vi è poi un altro elemento importante, questi farmaci devono essere presi con continuità e come documentano molti studi la costanza nell’assunzione quotidiana di farmaci è molto scarsa. Quando si comincia un farmaco per una malattia cronica deve essere assunto “per sempre” se l’indicazione è corretta e non si verificano effetti collaterali.

Scenario 3: “High Tech”, ovvero la seduzione della tecnologia

La capacità di guardarci dentro con una serie infinita di tecnologie dell’immagine (ECO-TAC-RMN) è fantastica e obiettivamente non si può non rimanere affascinati e sedotti dalle nuove potenzialità diagnostiche. Ciccio che si tiene aggiornato su tutte le tecnologie comincia anche a pensare che forse con una mirata ricerca genetica qualcuno gli potrebbe dire se è seriamente candidato all’ infarto oppure se potrebbe fare come il mitico nonno del suo amico Alberto che è morto a quasi 100 anni mangiando e fumando perché tanto i suoi geni lo proteggevano.

Poi oggi c’è la possibilità di vedere in che stato sono le coronarie (le arterie che portano il sangue al cuore) senza neanche farsi infilare un catetere in arteria; basta essere capaci di tenere il respiro per alcuni secondi, non avere i battiti troppo accelerati e con una semplice iniezione di mezzo di contrato in vena il gioco è fatto. La fotografia delle nostre coronarie è bella e pronta. A parte che la precisione della metodica, pur in continuo miglioramento, non è assoluta, e la dose di radiazioni è robusta, resta da domandarsi cosa fare poi con quella fotografia in mano. Ipotizziamo che Ciccio faccia questo esame: gli hanno segnalato che c’è una coronaria (non la più importante) ristretta al 50% e lui è naturalmente portato a pensare “meglio una coronaria aperta al 100% che una chiusa per metà”.

Ma il discorso è molto più complicato: dopo la conferma del dato con una coronarografia tradizionale (quella col catetere infilato in arteria) resta da decidere il da farsi: il restringimento può essere dilatato con un palloncino e poi l’allargamento della coronaria può essere mantenuto inserendo una retina che tiene distese le pareti della coronaria. Ma tutto ciò è giustificato in Ciccio che non ha nessun disturbo, che non ha neanche fatto un test da sforzo per vedere se quel restringimento provoca realmente un ridotto afflusso di sangue al cuore, e che poi dovrà prendere per almeno 12 mesi oltre all’ aspirina un altro farmaco contro la coagulazione col rischio di qualche emorragia? Le scelte sono difficili: la tecnologia è buona ma il suo uso distorto (in termini tecnici: inappropriato) può essere negativo. Nel caso specifico la procedura sarebbe inappropriata. Eppure, Ciccio è tentato …. e con lui anche alcuni dottori.

Scenario 4: “Avanti così… e speriamo che me la cavi”, ovvero chiudere la stalla quando i buoi sono scappati

Ciccio decide per lo status quo. Disturbi non ne ha e la vita così gli piace. Serena si rassegna e smette di dare consigli per non innescare continui litigi per due o tre sigarette (quelle che vede lei mentre Ciccio è a casa) o per 30 grammi di pasta in meno. Gli anni passano, ormai i figli sono grandi. Ciccio, seppur con qualche piccolo acciacco è arrivato molto bene alla soglia della pensione con il suo colesterolo che è andato aumentando di pari passo all’età e alla pressione. Il medico da cui è tornato dopo una lunga latitanza gli ha detto che dovrebbe assolutamente cambiare stile di vita e che ora è necessario ricorrere a dei farmaci per la pressione e anche per il colesterolo. Tira fuori dal cassetto una specie di tabellina multicolore e gli mostra che mettendo assieme il fumo, l’età di 65 anni il Colesterolo a 260 e la pressione a 155/85 il suo rischio di andare in contro a un infarto o a qualche altro accidente cardiovascolare è tra il 20% e 30% in 10 anni. Il che significa che se si considerano 100 persone come Ciccio, nei prossimi 10 anni circa 1/4 di loro avrà un grosso problema al cuore, o al cervello o ai vasi arteriosi.

Ciccio davanti alla forza dei numeri capisce che forse si è dato una mossa un po’ troppo tardi e decide che da ora in avanti farà tutto quello che è necessario ma, dopo due mesi da quando aveva cominciato a rigare diritto, al mattino presto viene svegliato da un’oppressione al centro del torace che scende giù verso la bocca dello stomaco. “Forse non ho digerito bene lacena con gli amici” e cerca di non pensarci. Ma il peso si fa più forte e diventa un dolore, comincia ad avere un po’ di nausea consudorazione fredda. “Vedi è proprio la cena di ieri sera; adesso sveglio Serena e mi faccio fare una camomilla e vedrai che passatutto. Però mi spiace svegliarla, perché poi si mette in agitazione. Aspettiamo ancora un po’, magari mi passa”.

Non passa e allora chiama Serena che lo vede pallido e in un bagno di sudore. “Chiamo subito il 112” dice lei “Ma no, non è il caso, quelli arrivano con la sirena e svegliano tutto il condominio. Chiama uno dei figli e digli se mi può accompagnare in Pronto Soccorso, intanto vediamo se la bevanda calda fa effetto”.

E così da quando è cominciato il peso al torace saranno passate almeno tre ore. Lui cerca di alzarsi ma sviene e si riprende solo quando lo rimettono sdraiato. A quel punto viene chiamato il 112. Dalla centrale operativa capiscono al volo e mandano l’automedica e l’ambulanza, che arrivano sul posto in meno di 10 minuti.

È un infarto.

Si va subito in Ospedale, direttamente in Emodinamica, che è stata pre-allertata, per eseguire un angioplastica primaria. Ciccio nella sfortuna è fortunato: vive in una città dove il Servizio Sanitario d’ emergenza funzione bene. Da quanto è partita la chiamata al 112 a quando la coronaria è stata “aperta” saranno passati circa 90-120 minuti. L’ evoluzione dell’infarto è stata bloccata, ma purtroppo si è perso troppo tempo tra la comparsa dei sintomi e la chiamata e il danno al muscolo cardiaco è parecchio esteso. Ma con una buona riabilitazione e una terapia appropriata mantenuta nel tempo e seguita scrupolosamente le prospettive per il futuro possono essere soddisfacenti.

Epilogo: dallo stoicismo all’epicureismo

La storia è cominciata citando il poeta latino Orazio e forse vale la pena di concluderla in compagnia di un filosofo greco vissuto tra il IV e III secolo avanti Cristo. Molti di noi pensano che una vita come quella scelta da Serena e consigliata per la prevenzione sia una vita troppo difficile, una vita da stoici. Al contrario lo stile di Ciccio sembra quello di Epicuro, considerato il fautore di una vita “no limits” del tipo: godiamocela finchè possiamo … poi si vedrà!

È un’immagine falsa come documenta la “Lettera sulla felicità” che Epicuro ha scritto al suo amico Meneceo.

“[…] i sapori semplici danno lo stesso piacere dei più raffinati, l’acqua e un pezzo di pane fanno il piacere più pieno a chi ne manca.Saper vivere di poco non solo porta salute e ci fa privi d’apprensione verso i bisogni della vita ma anche, quando ad intervalli cicapita di menare un’esistenza ricca, ci fa apprezzare meglio questa condizione e indifferenti verso gli scherzi della sorte.”

Dr. Carlo Schweiger*

*Specialista in Cardiologia Dal 1970 al 2007 ha lavorato come cardiologo prima ali’ Ospedale di Rho e poi ali’ Ospedale di Passirana dove a ricoperto il ruolo di Primario della Cardiologia Riabilitativa dal 1993 .
Nell’ ambito dell’ Associazione Nazionale dei Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) ha ricoperto in tempi successivi il ruolo di Presidente della Regionale della Lombardia e di Vice-Presidente Nazionale. E’ stato anche presidente della Fondazione Heart Care Foundation “Fondazione per la lotta alle malattie cardiovascolari” emanazione dell’ ANMCO per le attività di ricerca e promozione della salute.
Nel 2010 ha ricevuto la Targa d’oro dell’ Associazione con la seguente motivazione: “Per aver creduto nella prevenzione e riabilitazione cardiologica come strumento clinico-organizzativo indispensabile per la promozione della salute cardiovascolare”.
E’ stato membro del board di coordinamento nazionale del “2004 Anno del Cuore”
promosso dal Ministero della Salute.
Dal 2007 sino al 2012 è stato Direttore dell’ Unità Cardiovascolare dell’ Istituto di Ricerche Cliniche ed Epidemiologiche di Milano.
Accano ali’ attività assistenziale e di ricerca ha svolto anche attività di formazione e divulgazione scientifica per i cittadini e per i Medici di Medicina Generale e nell’ ambito di tale attività è stato Direttore Scientifico della rivista Tempo Medico Cuore.
Dal 2007 svolge la propria attività di cardiologo presso la Fondazione Giuseppe Restelli e il Centro Servizi Rhodense.

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